Due mesi fa è stato avvistato un asteroide in rotta ormai di allontanamento dalla Terra. Il 14 ottobre era passato a 24 milioni di chilometri da noi (il Sole è mediamente a 150 milioni di chilometri dalla Terra) per poi riprendere a distanziarsi.
Per la prima volta si tratta di un asteroide che viene da fuori del Sistema Solare, dalla costellazione della Lira probabilmente, e forse dalla stella Vega che è la più luminosa in quella zona. Ha una forma stranissima: anziché il solito sferoide, o almeno un tubero bitorzoluto così fatto per l'incessante rotazione gravitazionale, l'asteroide è un gigantesco sigaro lungo forse 800 metri e largo in sezione circa 80. La sua orbita non è ellittica, come per ogni corpo che gira intorno al Sole, ma iperbolica: passa dalle nostre parti alla velocità di 90 km/s, provenendo dallo spazio galattico, una sola volta, e poi torna là fuori chissà dove. Non mostra attività esterna, come invece fanno le comete, e la sua superficie è rossastra come sarebbe se fosse costituito di elementi della chimica organica che conosciamo. Ma non si sa se sia fatto di una qualsiasi altra sostanza del tutto ignota. E' ovviamente osservato speciale dai telescopi e radiotelescopi di mezzo mondo, perché il fenomeno è davvero unico nel suo genere. Il suo codice è 1I/2017 U1, e 1I sta per "primo oggetto interstellare mai osservato nel nostro Sistema". Per tutto questo gli è stato dato anche il nome di Oumuamua, che nella lingua nativa delle Hawaii vuol dire "messaggero". In greco antico si direbbe Agghelion, che significa appunto "messaggio, annuncio, novella", da cui "angelo"; e da cui anche "vangelo", che non è altro che agghelion preceduto a eu- ("buono, buona"): evanghelion, la buona novella. Oumuamua forse è un sasso. O forse un segnale intelligente. O un'astronave vera e propria. O addirittura un vivente lui stesso, staremo a vedere. E forse se ne parla in questi giorni perché tra poco è il Natale dei Cristiani, non lo so. O perché l'orizzonte apocalittico della cultura contemporanea, così come produce letteratura e cinematografia di genere, ha anche bisogno nella cronaca scientifica di qualche appiglio salvifico, messianico, escatologico. Non lo so, staremo a vedere. E' un po' un film, in effetti. Ma mi piace, oppure mi serve semplicemente. Anche io sto nella cultura contemporanea, mica da un'altra parte. E sogno, a occhi aperti. Che invece Oumuamua faccia ancora rotta da queste parti, proprio sul nostro pianeta, che disincentivi ogni stupido tentativo da parte dei poteri terrestri di attaccarlo con le armi per respingerlo, e che alla fine si adagi su uno dei nostri orizzonti più belli, magari al tramonto. E che parli. Così: 'Nutritevi, se potete, senza uccidere nessuno. Lavorate, per vivere, senza sfruttare il lavoro altrui né la vita. Abbiate fede nella lotta per l'emancipazione e la liberazione, che porta alla fine di ogni lotta. Rifiutate il dualismo tra spirito e materia. Studiate, scoprite, sperimentate. Siate gentili con tutti, coraggiosi sempre, inflessibili quando e con chi è giusto esserlo. Amate, e lasciatevi amare. Vogliatevi bene. Restate umani, formate umani, difendete umani, diventate umani. Il decimo è vostro.' O, più in breve e forse meglio: "Tutti questi mondi sono vostri. Viveteci insieme. Viveteci in pace." (Da '2010: L'Anno del Contatto', di P.Hyams, 1984, ispirato a '2010: Odissea Due' romanzo di A.C. Clarke, 1982.) Come un film, l'avevo detto. |