postando in direzione ostinata e contraria SONO SCESI Centoquarantuno persone sono sbarcate adesso a Malta, dopo non so dire quanto altro strazio psicologico oltre quello fisico già abbondantemente subito. Trentotto di queste persone hanno meno di quindici anni, sono tra i minori non accompagnati come si dice. Io li chiamo bambini soli, voi? Un bambino ha detto ai soccorritori che aveva chiesto ai suoi aguzzini di ucciderlo, per pietà. C'è qualcuno in questo Paese che si rallegra che nessuna di queste persone metterà piede in Italia. Qualcun altro, tra cui me e tanti di voi, soffre per non poter in alcun modo passare una carezza sul volto di quel bambino, non poter abbracciare forte nessuno di quegli esseri umani. Loro sono scesi. Noi stiamo precipitando. OTTO DONNE e un mezzo uomo. Le otto donne stanno ridendo galvanizzate dal fatto di trovarsi a pochi centimetri da una celebrità, e tendono le mani sopra il cordoncino rosso che separa il camminamento delle figure istituzionali dallo spazio per i cittadini. Il mezzo uomo è la celebrità, la figura istituzionale, Di Maio, che a sua volta protende le mani per stringerne più possibile, anche lui ridente ed eccitato. Oggi, a Genova, durante i funerali pubblici di diciannove su quarantatre morti ammazzati dalla logica del profitto privato e dal disprezzo del bene comune. Italia, oggi: quarantatre scalini sotto il ground zero dell'essere umano. E DISTINTIVO Se succede qualcosa a una sola delle centosettantasette persone a bordo, sequestrate dal governo ormai da cinque giorni, o se il governo decide di respingerle, tutte o in parte, facendole sbarcare in Libia, classificata "porto non sicuro", allora il governo italiano sarà comunque nella piena illegalità rispetto alle leggi dello Stato, alla Costituzione, al diritto marittimo e alle convenzioni internazionali. In tal caso io mi dichiaro fin da ora disponibile a sottoscrivere e depositare una circostanziata denuncia per ipotesi di reato alle preposte autorità penali, italiane e non, previo supporto legale di chi più di me tecnicamente preparato. Spero che tante e tanti altri cittadini si muovano in questa stessa direzione. Ma soprattutto che un'azione così superi il livello dell'iniziativa molecolare e diventi una manifestazione di massa per il ripristino della legalità (e dell'umanità minima) tramite la partecipazione, a questa denuncia formale, di organizzazioni quali partiti, sindacati, associazioni, collettivi, amministrazioni locali, organi di informazione e personaggi comunque in vista per l'opinione pubblica italiana. Sennò sono tutte e solo chiacchiere L'UOMO La cosa più bella è che nonostante tutte le sofferenze già subite, tutti gli orrori già provati sulla propria pelle e visti accadere su quella dei propri cari, nonostante il prosieguo del calvario benché raccolte in mare da nave della marina di un Paese soi-disant civile, nonostante la loro prigionia del tutto ingiustificata e illegale, ormai da quasi una settimana, in pochi metri quadri di territorio italiano sebbene galleggiante, nonostante lo stop-and-go emotivo di vedersi a un palmo dalla terra prima a Lampedusa, poi a Pozzallo, poi a Catania, senza poter sbarcare, e nonostante soprattutto l'intenzione implicita ed esplicita del governo sia quella di far loro saltare i nervi, indurle a una reazione scomposta e motivare così la rappresaglia che sazi il razzismo diffuso nelle istituzioni e tra la gente in Italia, e continui a distrarre la massa dai suoi propri problemi, che il governo non vuol neppure affrontare, ebbene la cosa più bella è che quelle centosettantasette persone torturate e innocenti hanno tenuto, nonostante tutto questo, i nervi saldi e l'animo chiaro all'obiettivo di salvarsi e salvare chi esse amano. Questo è l'uomo. In purezza. Per converso, chi sta martoriando uomini, donne e bambini così e chi vi assiste alla meglio indifferente, se non sadicamente, dev'essere necessariamente qualche altra cosa. QUARTINO. MEJO A DIGIUNO Rega', m'accorgo solo adesso ch'a voi Berlusconi v'annava pure stretto Si ve sapevo allor, cor sennò der poi, Me lo tenevo bono. Mo' l'ho detto! SEQUESTRO DI PERSONA Di persone, tante. Le più deboli, indifese, inermi. Degli schiacciati e scacciati, degli scampati per un pelo, degli orfani, delle vedove, di chi ha visto morire un figlio, una moglie, un fratello, di chi ha perso tutto. Sequestro di anime flebili come fiamma di candela. Li state tenendo in un bicchiere capovolto, volete vedere quanto impiegheranno a spegnersi. Allora uccideteli, subito. Allora mangiateli! Cannibali. I vostri figli si vergogneranno di voi, i vostri nipoti inorridiranno. I discendenti delle vostre vittime innocenti, se mai ne avranno, vi malediranno. TRIPLETTA "Ah, ci sono ventinove bambini? Scendano, anche subito." Mortaccitua, fai finta che non lo sapevi?!? "Nonostante l'Europa vigliacca, perché l'Italia ha il cuore grande." Mortaccitua, vedrai quanto c'ha grandi le mani quando ti acchiappa!!! (Purché si desti da questo sonno della ragione.) "Ma gli adulti, belli robusti e vaccinati [!?!] non scendono! Mi volete indagare, processare? Sto qua: [nome e cognome], senatore, ministro. Ho spalle larghe." Mortaccitua, fai il coraggioso ben sapendo che se eri solo ministro ti si bevevano in un amen ma siccome sei pure senatore (lo sottolinei) la trafila per rinviarti a giudizio sarà in puro stile berlusconiano! NON LA BUTTO IN POLITICA Infatti si tratta di criminalità, la politica non c'entra. Perché è come se a dare ordini alle forze dell'ordine noi qui e ora avessimo un singolare mix tra il brigante Musolino, il bandito Giuliano e Vallanzasca, più la coazione a ripetere di Jack the Ripper, più l'estro di Landru, più il sadismo di Lavrentij Berija, più la paranoia psicotica di Hoover. Insomma uno tipo Himmler. Ma ecco che ci sono ricascato, in politica. Scusate. Però è un po' inevitabile, poiché così come la guerra non è che la prosecuzione della (cattiva) politica con altri mezzi, la cattiva politica non è che la continuazione del grande crimine con altri strumenti. E, deducendo ancora ma voltando tutto al positivo: chi è per la legalità (cioè l'equità sostanziale, il pareggio delle opportunità tra la gente comune e il privilegio dei ricchi) non può non essere anche per la buona politica (cioè la democrazia verace, la sovranità del popolo) e ancora non può non essere per la pace (senza se e senza ma). Pace lavoro democrazia. Siam sempre lì. Ad anni-luce dal qui e ora. NESSUNO POTRÀ DIRE "NON AVEVO CAPITO" Un deputato della Lega eletto in Abruzzo minaccia apertamente la magistratura nel caso in cui si dovesse aprire un'indagine su Salvini per ipotesi di reato connesse al sequestro delle persone sulla Diciotti. I neofascisti di Forza Nuova annunciano la loro imminente marcia su Catania con l'evidente scopo di intimidire la partecipazione, spontanea e/o organizzata, della gente contraria ai soprusi del governo. Di Maio dichiara che se l'Europa non si farà carico dell'invasione di ben centocinquanta anime sul suolo patrio, il governo deciderà per un'Italexit di fatto smettendo di versare i venti miliardi annui che deve all'Unione. Io non ho mai, mai, mai visto il mio Paese così vicino alla fine della democrazia come la conosciamo, come la si studia in teoria, come la si è conquistata in pratica, come l'abbiamo nutrita benché problematicamente in settantatre anni di storia repubblicana. Mai davvero. E ne ho viste tante. STOMACI La sta facendo troppo sporca perfino per un uomo orrendo qual è. Allora non si può non pensare che lo faccia per arrivare a stomacare i suoi stessi alleati, così da indurli a far saltare gli accordi. Perché? Per finire la legislatura prima possibile. E perché? Perché se invece durasse ancora abbastanza si scoprirebbe che nulla, nulla di ciò che è stato promesso alla gente potrà essere mantenuto. Quindi, se cade il governo per questo gioco delle parti tra Lega del tutto disumana e 5Stelle solo un po' meno (sono entrambi sub-umani beninteso, anche per aver concepito e/o accettato un piano del genere sulla pelle degli ultimi), e se Mattarella non trova nessuno disposto a togliere castagne dal fuoco (finanziaria, spread, impegni europei, ripresa produttiva, lavoro, grandi opere, rinnovo contratti eccetera), le Camere saranno sciolte. (Con un anticipo che non ha precedenti in Italia, ma rimanda direttamente a Weimar.) E la Lega farà campagna elettorale battendo sul tasto dell'invasione e della sicurezza, e i 5Stelle su quello della moralità e "se ci avessero fatto lavorare!". Entrambi, ridotto com'è il cervello italico medio, avranno la possibilità di crescere ancora rispetto alla forza parlamentare di adesso. Basta aver stomaco, e loro ce l'hanno! Ma noi? Noi che non vogliamo che la prossima legislatura possa essere l'ultima dell'Italia repubblicana, ce l'abbiamo un po' di stomaco almeno per delineare e tenere insieme una coalizione più ampia e coerente possibile? Una forza antirazzista, antifascista, antimafie, antineoliberista, per l'applicazione sostanziale della Costituzione, per l'equità sociale, per la tutela ambientale, per la crescita culturale, per il progresso civile, per i diritti delle persone, per il diritto al perseguimento della felicità - ce li abbiamo noi i nervi e i muscoli, e gli uomini giusti e le donne giuste, per costruirla meglio possibile e più in fretta possibile? La questione, in prospettiva, è solo questa. Sennò se ne riparla tra vent'anni, ma al prezzo di resistenza, guerra civile e liberazione - come certo ricorderete. DA FUNZIONARIO A FUNZIONARIO Amici servitori dello Stato, militari o civili, dirigenti o semplici quadri come me, guardate che se è vero che un ministro può essere messo in stato d'accusa solo con una trafila un po' complicata, ancora più lunga e a ostacoli se oltre a essere ministro è pure parlamentare, invece nel caso vostro (come per me, ove mai) se la magistratura ravvisa un'ipotesi di reato in un atto o fatto amministrativo nel cui procedimento di redazione ed esecuzione rientri anche soltanto una firma per competenza, ovvero al contrario quella firma manchi e proprio ciò impedisca all'atto di formarsi (in tal caso il reato sarebbe di omissione), ebbene l'indagine amministrativa ed eventualmente penale, il rinvio a giudizio e la condanna, volerebbero per voi ad esito finale senza nessuna delle tattiche dilatorie che il sistema offre al ceto politico. E nel caso della Diciotti si stanno compiendo reati di qualità speciale, e in quantità che i giudici si leccano già i baffi! Poi vaglielo a spiegare "ma io ho solo eseguito degli ordini..." È da Norimberga che questa cazzata non regge più. Da servitore dello Stato a servitori dello Stato: davvero ne vale la pena? I ministri passano, cascano in piedi. Noi no, perché i codici restano. Per non parlare della coscienza! ONESTÀ La Costituzione Italiana, negli articoli che garantiscono la libertà personale, il diritto d'asilo e la separazione dei Poteri; le Leggi della Repubblica, nei testi unici che disciplinano gli stati di fermo e arresto e nelle singole norme che prescrivono le procedure di trasmissione dei comandi amministrativi; i Regolamenti Ministeriali, della Presidenza del Consiglio e delle Forze Armate; le Convenzioni Internazionali, come quella Europea sui Diritti dell'Uomo, quella sul Diritto del Mare e la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea; i Trattati fondativi sia dell'Unione Europea sia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite... È talmente vasto, importante e variegato l'ambito delle regole scritte e consolidate che il governo italiano sta calpestando, dall'inizio della vicenda tormentata della Diciotti, delle torture morali e fisiche imposte ai cittadini stranieri a bordo, dei soprusi immotivati ai danni dello stesso personale italiano, ed è viceversa tanto sfrontata la leggerezza con cui tali violazioni vengono pubblicamente perpetrate, e rivendicate con pervicacia crescente, dai massimi vertici politici del Paese, che viene da accostare questi comportamenti illegalissimi a quelli di delinquenti abituali. Sì: soltanto chi passasse la vita nel pericoloso ed eccitante gioco a guardie e ladri, prima per sbarcare il lunario a partire da una condizione di sottoproletariato o piccola borghesia e poi, come suole, per accumulare potenza e ricchezza per sé e il proprio clan, affrancandosi dalla massa tribolata e accedendo all'élite del privilegio per l'ascensore sociale dell'illecito riuscito, ovvero chi si trovasse già per nascita tra i percentili più alti della distribuzione economica e quindi avesse pochissima simpatia per il diritto positivo, concepito proprio per contemperare l'anarchia naturale per censo e casta, ebbene solo costui potrebbe stracciare leggi e princìpi e codici con tanta sicumera come quella che emanano quotidianamente atti e dichiarazioni dei governanti della Lega e dei 5Stelle. Romanzo Criminale è entrato a Palazzo. Non è la prima volta in Italia, e in ciò consiste la continuità dai tempi della penta-partitocrazia, a quelli del buongoverno berlusconian-leghista a nord e berlusconian-postfascista a sud, a quelli più recenti dell'affarismo renzi-boschiano. Ma il cambiamento si registra nel tipo di reati commessi, non più solo di natura predatoria privata e di classe ma ora anche in spregio a diritti civili, umani, universali, e nella sintonia tra questa condotta e un diffuso sentire della gente che prima, benché in ritardo, gridava "ladro" al politico di turno ma ora non sembra neppure immaginare che si tratta anche di assassini. L'onestà andrà di moda, diceva qualcuno come un mantra. Sicurissimamente non ora, non qui, non così. Qui e ora è vero l'esatto contrario, come certifica l'uso impudente della neo-lingua in perfetto stile Grande Fratello di Orwell (ma anche, non a caso, di un Casalino). SBARCANO TUTTI Evviva, la tortura è finita! Di cento avrà cura la Chiesa cattolica, sapete quel soggetto storico-politico teocratico retrogrado che costituisce la zavorra del progresso. Venti andranno in Irlanda, Stato che sì e no solo ora si affaccia alla modernità con le timide aperture ai diritti civili come la regolamentazione dell'aborto. E venti in Albania, e ogni commento mi pare superfluo. l'Italia contemporanea, l'Italia del cambiamento, resta quindi dietro all'Irlanda, dietro all'Albania, dietro al Vaticano! In compenso il suo Ministro dell'Interno è formalmente indagato dalla magistratura per gravi reati connessi proprio a questa vicenda, in cui il Paese ha perso la faccia e l'anima. Quando ho scritto che i veri migranti, profughi, naufraghi, siamo noi, ma da noi stessi, forse sbagliavo addirittura per difetto. COM’E’ PROFONDO IL MARE Sono riusciti ad andare a rompere il cazzo pure a quei cento poveri cristi che, dopo l'inferno di casa loro e della fuga e il purgatorio imposto da questo governo sulla nave che li aveva raccolti, solo ora cominciano a respirare qui sui Castelli di Roma. Staranno in un centro dei preti che altrimenti non serve a niente. Fastidio per gli italiani, zero. Costi per la gente di Rocca di Papa, zero. E ci staranno poco. Dopo, sparpagliati a piccole unità nelle parrocchie di tutta Italia. Peso sul territorio e sulla collettività, meno di zero. Ma gli rompono il cazzo uguale! Ahò, è incredibile. Tutta la propaganda del mondo non può giustificare anche questo! Gente così stupida, ignorante e cattiva vale meno della merda già di suo. ...Caccia via queste mosche Che non mi fanno dormire Che mi fanno arrabbiare... IL PRIMO MANIFESTO ANTIRAZZISTA Lei, Neanderthal. Lui, Denisova. Dove? Monti Altaj, Siberia. Si guardano, si piacciono. Due Sapiens diversi l'uno dall'altra più di quanto lo siano due umani viventi oggi presi a caso su tutta la Terra. Si piacciono, si amano. Nasce una bambina. Monti Altaj, Siberia. Cinquantamila anni fa CHI SI RIVEDE Sei anni fa (forse qualche mese meno, non voglio lucrare) scrivevo icasticamente “Le ristrettissime élite globali? Nel breve vi scaricano la crisi, sul medio allestiscono il fascismo, e per il lungo… ci sono le astronavi!”, e questo era l’esergo di una paginetta web in cui provavo a descrivere e motivare un altro modello di sviluppo possibile all’interno dell’economia mista pubblico/privato, la ‘Riconversione’. Ma ora lasciamo la Riconversione lì al 2012. Attualizzo appena l’aforisma alla luce degli sviluppi recenti, visto che parlare ancora della crisi è up-to-date come per dei pesci parlare del mare inquinato: “Le ristrettissime élite globali? Nel breve vi scaricano il fascismo, sul medio allestiscono la guerra, e per il lungo… ci sono [sempre] le astronavi!”, e come vedete la Storia ha fatto già uno scatto in avanti. Verso… Ma il “chi si rivede” del titoletto non è per me o i miei scritti, bensì per Veltroni; del quale oggi Repubblica diffonde un lungo pezzo, arioso e godibile, vasto e profondo come sa scriverne lui. Che io mi permetto qui di sintetizzare e parafrasare in modo ultra-draconiano e insindacabilmente pro-domo-mea: dice l’articolo allarmato “che ristrettissime élite globali, per non saper uscire dalla grande crisi, nel breve imporranno il fascismo, sul medio allestiranno una guerra, e per il lungo il pianeta sarà così invivibile che…”. Già. Però tra Veltroni e me, umilmente, ci sono ben tre differenze basilari. La prima: lui ci arriva con sei anni (meno qualche mese, non voglio sboronare) di ritardo. La seconda: lui per tutta la sua carriera politica di vertice ha con una mano costruito le condizioni di politica economicofinanziaria e socioculturale che acuiscono la crisi-madre (privatizzazioni, precarizzazione, sedazione della sinistra in quanto tale), e con l’altra ha tranquillizzato l’uditorio costruendo il progetto Partito Democratico che avrebbe realizzato ogni genere di magnifica sorte e progressiva, mentre io per tutta la mia parabola di cittadino attivo mi radicalizzavo contro le politiche economicosociali e dis-culturali neoliberiste e tutt’altro che tranquilizzassi il mio uditorio riguardo al futuro. Ma la terza riguarda proprio le diverse entità dei rispettivi bacini gruppi di ascolto: lui era ed è Veltroni, mentre io, come sono e fui, sarò sempre solo Andreozzi (Paolo). E non sarà per questo che le cose da che minacciavano di andare a rotoli, poi diventò evidente che lo sarebbero andate, e dopo, ora, ci stanno andando e peggio andranno in seguito, però di sicuro così si è già perso un sacco di tempo prezioso. Spero davvero che questo riaffaccio del buon Walter nell’arena del dibattito politico non ce ne faccia perdere dell’altro; dico, a noi della sinistra già sedata che proviamo a storpidirci nonostante tutto e tutti. Sennò davvero c’è da diventar fòco, e vento e acqua, per fare il repulisti che le coscienze da sé non hanno ancora realizzato. BEST PRACTICES Accoglienza, tolleranza, solidarietà, mutualismo, antirazzismo concreto, organizzazione dal basso, democrazia diretta non virtuale, riciclo, riparo, riuso, decrescita effettiva, primato del comune sul proprio. E qual è mai quest’isola felice? Dove starà? E’ ogni pericolante, seminascosto, ghettizzato, ostracizzato, grumo di ripari di fortuna, tende, baracche, cartonati variamente assemblati, lamiere, coperte, fronde e frasche, nel quale vivono insieme per forza o per scelta gli zingari, i negri e i barboni (così ci capiamo). Ce ne sta almeno uno per quartiere in ogni città; per trovarli basta seguire un vecchio mendicante quando smette di caritare col suo cagnolino, o un migrante africano quando lascia il marciapiede che ha ripulito dalle foglie secche, tra un foglio scritto male e un berrettaccio rovesciato, o una coppia di Rom che tornano a casa con una giudiziosa selezione dai cassonetti del mondo di sopra, il nostro mondo che butta via tutto. Lì è umanità senza timbri e padroni; lì è una lingua fatta di tutte le sillabe del purgatorio; lì sono paura e dolore (come in ogni nato nel mondo dall’inizio del tempo) che diventano ingegno e spezzare la solitudine, allontanare la morte come si può. E’ normale che ci intimorisca; che non vogliamo saperlo e vederlo; che acceleriamo via con le auto, l’aria condizionata e la radio che nutre ragioni di stizza. E’ normale: quello, per il solo fatto che esista, volente o nolente, è uno scandalo e un paragone antitetico al nostro modello; e comunque noi, lì, non sopravvivremmo un giorno e una notte. In noi la paura diventa benzina, invece. Quella per la macchina che si allontana, quando va bene; quella per bruciarli, tende cartoni coperte cani e tutto, anche vivi, quando va male. Quando le nostre pratiche diventano le peggiori. Come sembra stia per accadere. FASCE E FASCI Forse quelli che chiamano Salvini 'il Capitano' hanno in mente quella fascia al braccio delle squadre di pallone. Assai più difficilmente, visto il loro nanismo culturale, si staranno riferendo al professor Keating, magistrale interpretazione di Robin Williams nel gran film "L'Attimo Fuggente" di Peter Weir; e men che meno alla poesia struggente di Walt Whitman "O Captain! My Captain!", che Keating fa amare ai suoi alunni (e Williams al pubblico), composta nel 1865 in memoria di Abramo Lincoln, assassinato (proprio) in regione del suo antischiavismo, antisegregazionismo e, in ultima analisi, antirazzismo (sarebbe ben bizzarro, infatti, no?). Ma io voglio ricordare a questi neofascisti e neonazisti, goffamente mascherati, che capitano (hauptsturmführer, delle SS) era anche Priebke, per esempio; e che sarebbe più onesto se i propri luridi riferimenti li dichiarassero ormai apertamente. MODO INFINITO, TEMPO PRESENTE Senza il Sapere l'uomo non è che una macchina. Col Sapere ma senza il Sentire, lo stesso è una macchina e la peggiore: un'arma. Se a questo aggiungi il Volere, è un'arma carica, innescata. Col Potere in più, sta già sparando, esplodendo. Si addice il Sapere all'uomo. Il Sentire al Sapere. E il Sapere e il Sentire insieme, al Volere e al Potere. Così è l'uomo. Altrimenti difetta nell'umano, e tanti ne danneggia. Ma esattamente tale è il qui e ora. SPLASH Ci sono uomini e ci sono donne che aiutano altri uomini e altre donne tendendo loro la mano, prendendoli e tirandoli su dallo stato in cui si trovano, fisicamente o non, lenendo le loro ferite, saziando i loro bisogni, o anche dando loro gli strumenti, fisici e non, perché quelli e quelle non debbano più patire fame e sete, più subire ferite da alcuno. E questi e queste sono gli eroi, per quanto è davvero ardua l'opera loro contro lo stato di cose che genera il dolore e il bisogno degli uomini e delle donne da essi e da esse aiutati; ovvero sono i santi e le sante, se tale loro azione si spinge fino al sacrificio di sé. Poi ci sono uomini e ci sono donne che aiutano tutti gli altri e tutte le altre senza toccarli, senza neppure rivolgersi a nessuno in particolare; ci aiutano tutti e tutte, quegli uomini e quelle donne, purché noi si abbia occhi per vedere ciò che essi ed esse creano quasi per sé soli, orecchie per sentire ciò che essi ed esse dicono come pensando ad alta voce, spirito per comprendere ciò che essi ed esse scrivono a mo' di promemoria del loro tragitto interiore, e volontà, magari, per provare ad emularli. E questi sono gli angeli, non saprei come altro chiamarli e chiamarle: da Mozart fino all'ultimo dei guitti. Ebbene, tutto quello che gli eroi, o i santi, e gli angeli fanno, intenzionalmente o non, per tutti gli uomini e tutte le donne, il che rende la vita di ogni uomo e di ogni donna qualcosa di bello perché altro dalla ferocia terrorizzata del sopraffarsi per vivere, è frutto di un sapere, di un apprendimento, di una tensione diuturna, di uno scambio esperienziale in un campo qualsiasi dell'umanità, ossia dell'Umanità. Ma mai sono frutto del mero saper, da parte di un individuo, come essere felice per se stesso. Sarebbe una netta contraddizione in termini, una sterile tautologia. E invece l'èra in cui viviamo pretende di impartire tale sapere, e questo solo; trovando destinatari e destinatarie di quell'insegnamento egotico già preparati ad esso, in quanto è stata sradicata loro l'idea che se la vita può esser altro dalla guerra per sopravvivere, se può essere qualcosa di bello, allora ciò deve necessariamente passare per apprendimento e scambi, esperienze relazionali e tensioni collettive. Allora a volte io penso al futuro, quando un altro uomo, o donna, qualsiasi come me, guardando indietro nel tempo rischierà di non trovare più da un certo punto in poi della nostra Storia, anzi: da questo esatto punto presente, gli eroi e i santi e gli angeli che, loro soltanto, potevano aiutarlo (o aiutarla) a curare il suo dolore, riempire il suo vuoto, alzarsi, camminare, provare ad essere felice e a dare gioia a sua volta. L'attuale, infatti, ci inculca fondamentalmente la paura, o quanto meno l’insicurezza, di muoverci nel mare della vita. Così, per l’ansia indotta di nuotare stiamo semplicemente essiccando le nostre stesse sorgenti. Socrate, nell'Apologia scritta in suo nome da Platone, provocatoriamente chiede alla giuria che l'ha appena condannato a morte di mantenerlo, viceversa, a vita, con tutti gli onori, nel Pritaneo di Atene. Il Pritaneo era, in ogni polis ellenica, l'edificio pubblico dove si custodiva il focolare sacro della città e potevano essere accolti ospiti di particolare riguardo e cittadini benemeriti; ad Atene si trovava alle falde settentrionali dell'Acropoli. Ma invece Socrate, come tutti sanno, finirà di lì a poco i propri giorni dalla parte opposta della collina, nella prigione del Filopappo, assumendo con dignità, e ironia fino alla fine, la cicuta letale. Bene. Chi metteremmo nel Pritaneo contemporaneo? Chi sono i cittadini e le cittadine benemeriti? Forse chi s’industria come essere felice lui (o lei)? Insieme a chi glielo ricorda ogni giorno, a chi performativamente glielo spiega? Io ho un'altra idea; giacché penso che la vita sia degna d'esser vissuta grazie, essenzialmente, a tre accadimenti concreti nella vicenda collettiva degli esseri umani: la sollecitudine, la libertà, la creazione. E questi accadimenti si concretizzano, socialmente, perché esistono, intanto, uomini e donne agenti di sollecitudine, uomini e donne agenti di libertà e uomini e donne agenti di creazione; inoltre essi accadono, appunto, perché esistono uomini e donne maestri di tecnica di sollecitudine, uomini e donne maestri di tecnica di libertà e uomini e donne maestri di tecnica di creazione; e infine, la sollecitudine, la libertà e la creazione, ossia la triplice motivazione per cui secondo me la vita è degna di essere vissuta in quanto è qualcosa di bello e d'altro dalla ferocia terrorizzata del sopraffare, ebbene sono possibili anche perché esistono uomini e donne narratori di storie di sollecitudine, uomini e donne narratori di storie di libertà e uomini e donne narratori di storie di creazione. Tiro perciò le somme. Nel Pritaneo, come benemeriti della collettività, dovranno esserci i solleciti, i liberatori e i creatori, con i maestri di sollecitudine, di libertà e di creazione, e con i narratori della sollecitudine, della libertà e della creazione. Non certo, quindi, chi pensi solo alla sua propria felicità; e nessuno che ammonisca che quello verso noi stessi è il solo nostro dovere; e nessuno che insegni soltanto la tecnica di esser felici per sé. Questi nostri, è evidente, non sono tempi di eroi, di santi o di angeli. Per ciò sono tanto freddi, aridi e spigolosi: ansiogeni; con tutta l'architettura di controllo sociale, orientamento politico e occasione di profitti che da questo consegue. Però, vedete, lo spirito non è immutabile; i tempi non sono paralizzati; le ère cominciano e finiscono. Se c'è una cosa che ci hanno conficcato in fondo al cuore come un seme gli uomini e le donne che agiscono la sollecitudine, la libertà e la creazione, ossia, per richiamarli in altro ordine concettuale, gli eroi, i santi e gli angeli, è proprio questa: che il cambiamento dipende dall'uomo e dalla donna, perfino dagli uomini e dalle donne qualsiasi di un tempo qualunque. Come voi, come me: come noi. Quindi: tuffiamoci con gioia e confidenti nella vita, grati; anche se controcorrente, benché perciò lottando. La corrente cambierà verso, vedrete, col mulinare delle nostre tante braccia. LA METÀ Visto che intera è impossibile, ormai. "Salviamo metà della Terra, con tutta la fauna e tutta la flora, spostando gli animali, piantando i vegetali, ricreando gli ecosistemi." Lo dice E.O.Wilson, decano dei biologi americani e premio Pulitzer, rilanciato da riviste serie di settore. E lo diciamo anche noi qui, da un po'. Aggiungendo, soltanto, che nel mezzo pianeta salvato vada anche la brava gente, a occuparsi di flora e di fauna e gli uni degli altri; e in quel mezzo che andrà alla malora, vada la gente che sta rovinando oggi se stessa, gli altri e la Terra per intero. Communia, chiamavo la parte buona. Egotia il resto. Ma chissà che idea hanno in mente gli scienziati. Comunque questo è il solo confine che ha senso tracciare, difendere, armare se serve. Quello tra chi e cosa ha il sapore, il colore, l'odore, il suono, il sogno, il sapere e pure il dolore con dignità della vita, e quanto invece anela al folle non-essere trascinando tutto il mondo con sé. NO MA VERAMENTE!... Rega', io da studente ho fatto il pony-express e vi giuro che a gente come Di Maio, Salvini, Toninelli e Bonafede, il principale non gli avrebbe messo in mano manco una consegna da 5.000 lire! Figurarsi affidargli una Vespetta della ditta! E ho fatto pure il porta-a-porta delle enciclopedie. Be' vi assicuro che se mi presentavo con un compare come Conte, in un condominio specie popolare, ci facevano volare dalle scale al grido di "sparite, coglioni!". E anche l'agente immobiliare senza patentino, ho fatto, sì insomma il procacciatore d'affari per intermediari un po' scapricciatelli diciamo. Ebbene, vi garantisco che gente come i parlamentari i sindaci i governatori i consiglieri di Lega e 5Stelle, che oggi provano a scrivere leggi e ordinanze e che gli spianano microfoni e telecamere sul muso, non avrebbe spuntato manco il fisso per la benzina o la miscela, altroché! Perché ce l'hanno scritto tutti in faccia, questi, che sono incapaci, inaffidabili, stupidi e malevoli. E se qualcuno di voi se li ritrovasse come parenti, se fossero solo privati cittadini intendo, non gente di potere quali sono, sono sicuro che vi fareste negare pure alla telefonata loro per gli auguri di natale! Eppure oh, ma veramente, ve li siete votati in massa! E li state a sentire quando parlano senza prenderli a ciavattate, e vi piace come governano un Paese da 60.000.000 di cristiani. Dicono i sondaggi che c'hanno il maggior gradimento dai tempi del primo governo Berlusconi Bossi Fini! Infatti mi sa che sempre quelli là siete, voi italiani. Più quelli che poi votavano Carfagna, più quelli che dopo votavano Boschi. Però almeno Stringi-i-denti e l'Etruriona erano bone! E questi mostri invece? LE BUONE IDEE Stato a un funerale, un altro (gli ultimi ventiquattro mesi, una decimazione). Mi soffermavo a guardare una scritta sul muro laterale, le sette opere di misericordia corporale: 1. Dar da mangiare agli affamati 2. Dar da bere agli assetati 3. Vestire gli ignudi 4. Alloggiare i pellegrini 5. Visitare gli infermi 6. Visitare i carcerati 7. Seppellire i morti (Matteo 25,42/43 e mod. succ. da catechismo.) E ho pensato: ecco un buon programma. Con qualche variazione, sostituzione e aggiunta. Intanto cambiamo il n°4, via "pellegrini" e ampliamo la base dei beneficiari. Diventa: 4. Alloggiare i senza casa Poi via il 7°, che per carità ma pensiamo prima ai vivi (d'altronde nel testo originale non c'era, e altrove "Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti»"; Matteo 8,21/22, questo invece letterale). E ai sei rimasti aggiungiamo: 7. Dare istruzione a chi non ce l'ha 8. Dare un lavoro a chi lo cerca 9. Dare una speranza all'ecosistema 10. Liberare gli oppressi Ma eccolo il decalogo politico che più laico, socialista, libertario e ambientalista non potrei manco sognarmelo! Le buone idee si copiano, dicevo. STAGIONI Dieci anni, dal 43 al 53, coi migliori al governo, dal CLN a tutto De Gasperi. Primavera di civiltà. Altri dieci, 53-63, con quelli che la gente pensava migliori, Fanfani. Poi quindici anni, 63-78, le Grandi Riforme, dalla scuola dell'obbligo all'aborto e tutte quelle in mezzo. Moro, Berlinguer. Frutti d'estate. Poi altri quindici, 78-93, con al governo Andreotti e quelli che la gente pensava più furbi, più allegri, Craxi, più muscolari, più ladri, ma da rubare ce n'era per tutti. Autunni, lunghi. Dopo, i venticinque della "seconda Repubblica", dal 93 al 2018: Berlusconi e soci, Prodi, D'Alema e soci, il neoliberismo bipartisan, tecnici, tripartisan, Renzi, quelli che la gente pensava i meno peggio. E adesso, il governo dei peggiori, quelli che la gente pensa e sa peggiori, perché così vede se stessa. Saranno altri venticinque anni? Profondo inverno. ETILOMETRO A cadenze di quarant'anni l'Umanità è passata dal muoversi esclusivamente a piedi, a cavallo o con la forza dei remi e del vento, a salire su treni a vapore per tratte regolari, a spostarsi su automobili col motore a scoppio, a trasvolare l'Atlantico con un monoposto a eliche, ad allunare e poi tornare indietro sulla Terra, a mettere una sonda alla distanza di 150 volte quella nostra dal Sole, con velocità di 150.000 km/h, in grado di ricetrasmettere ancora con gli esseri umani. Tutto questo in due secoli! Quando invece nei 20.000 anni precedenti le uniche novità erano state l'addomesticamento del cavallo e l'uso della vela, e nei due milioni ancor prima soltanto il perfezionamento della camminata in postura eretta! Gli ultimi duecento anni, ripeto, letteralmente dalle stalle alle stelle: uno strapotere crescente che non somiglia ad alcun tipo di accelerazione in nessun altro fenomeno sulla faccia della Terra, nei miliardi di anni della sua storia! In pratica, è come se a un neonato mettessimo in mano l'interruttore generale di tutto il reparto ostetricia in ospedale, salvavita compresi. Come se a pilotare un aereo di linea a pieno carico ci fosse uno che non ha nemmeno la patente per il motorino, ubriaco fradicio per di più. E non potevamo pretendere di farla franca ancora a lungo, no? Infatti. QUALCUNO STORCERA’ IL NASO Però io, dopo tanta riflessione e attenta osservazione (entrambe dolorose non poco), non credo più sia giusto tirare la croce addosso a Occhetto e alla sua cerchia per aver fatto il primo passo, quasi 29 anni fa, che portò poi il PCI a non essere più il PCI. E non lo credo più non perché ora ritenga, come dissero all’epoca Occhetto e la sua cerchia e la maggioranza del partito, che dal 1989 in avanti non sarebbe più servito in Italia (e in Occidente) il Partito Comunista Italiano a tutela dei principi di giustizia socioeconomica e di progresso civile e culturale e per lo sviluppo delle pratiche dell’uno e dell’altra; al contrario: il PCI sarebbe servito eccome, e una prova controfattuale è che in sua assenza né i principi sono stati tutelati né le pratiche si sono sviluppate per tutto l’ultimo decennio del secolo scorso e dall’inizio del presente fino ad oggi! Bensì lo credo per questo: il Partito Comunista Italiano sarebbe potuto esistere ancora (così come era opportuno fosse) solo se fossero esistiti comunisti italiani a farne parte (condizione logicamente necessaria); e però comunisti italiani non ce n’era già più a sufficienza, e non ce ne sono più stati in numero tale che un Partito Comunista Italiano servisse a tutela dei principi e per lo sviluppo delle pratiche di giustizia socioeconomica e di progresso civile e culturale: lo si deve desumere sia dalla naturalezza con cui i milioni di italiani e italiane che prima avevano militato nel (o anche solo votato per il) PCI, poi votarono per il (o addirittura militarono nel) partito non-comunista che ereditò del PCI le sostanze materiali e i vantaggi simbolici, sia dall’autolesionismo politico con cui decine di milioni di italiani e italiane appartenenti ai ceti oggettivamente bisognosi di giustizia socioeconomica e progresso civile e culturale invece presero a votare, e votano tuttora, per soggetti elettorali (da Forza Italia alla Lega, dai post-missini ai 5Stelle) che se al governo attuano misure ingiuste e regressive e se all’opposizione ostacolano progetti di progresso e giustizia. Comunisti italiani non ce n’erano più, non ce ne sono più stati, non ce ne sono più. E non solo quanto all’identità partitica, ma anche e soprattutto quanto ai comportamenti fuori dall’urna: basti pensare all’illegalità diffusa, all’elusione o evasione degli obblighi civici, alla compulsione all'affarismo, all’egoismo sociale e ormai pure al razzismo antropologico. Comunisti in persona, in scienza e coscienza, semmai esistano… proprio a cercarli col lanternino! Per farne un partito che serva alla lotta, davvero troppo pochi: irrilevanti. Quindi, concludo: niente croce su Occhetto e i suoi. Misero soltanto il nome alla fase che era già nei fatti, come dimostra tutto il tempo che ne è seguito. E il nome fu: è finita. Non li assolvo, e non considero alleati i discendenti politici di quel passo; ma il divorzio tra comunismo e popolo italiano l'ha voluto e lo ratifica ogni giorno il popolo medesimo. (L'avevo premesso che era doloroso. Però non paralizzante; infatti stiamo sempre sul pezzo a lavorare, come è possibile farlo nel contesto.) È STORIA I Rom sono presenti in Italia da più di sei secoli. Per libera scelta di un popolo indipendente e pacifico. Salvini e la sua stirpe, solo dopo l'annessione del Lombardo-Veneto. Roba di Guerre d'Indipendenza. Vedete un po' voi. ALCUNE MIGLIAIA DI COLPEVOLI DECINE DI MILIONI LE VITTIME (Articolo 613 Codice Penale Libro Secondo - Dei delitti in particolare; Titolo XII - Dei delitti contro la persona; Capo III - Dei delitti contro la libertà individuale; Sezione III - Dei delitti contro la libertà morale) "Stato di incapacità procurato mediante violenza" Chiunque, mediante suggestione ipnotica o in veglia, o mediante somministrazione di sostanze alcooliche o stupefacenti, o con qualsiasi altro mezzo, pone una persona, senza il consenso di lei, in stato d'incapacità d'intendere o di volere, è punito con la reclusione fino a un anno. Il consenso dato dalle persone indicate nell'ultimo capoverso dell'articolo 579 [il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno] non esclude la punibilità. La pena è della reclusione fino a cinque anni: 1) se il colpevole ha agito col fine di far commettere un reato; 2) se la persona resa incapace commette, in tale stato, un fatto preveduto dalla legge come delitto. ECHO SAID Umberto Eco, uno dei più grandi semiologi di sempre (oltre che uno dei più grandi di sempre in un sacco di altre cose) ha detto che "'segno' [semeion] è tutto ciò che può essere usato per mentire". Ma io questa frase, se non era una pura boutade, devo dire che non l'avevo mai amata molto. Non mi piaceva, intriso com'è un uomo come me dell'urgenza dell'espressione bensì come disvelamento, non già come travisamento. Mi sembrava insomma una concessione all'epoca già strapotente del grande inganno. Non era da lui! Ma in realtà non l'avevo capita! Almeno fino ad ora, che sono un uomo d'età (com'era Eco quando l'ha coniata). Poi è arrivata, così... ...Noi sorridiamo. E questo è un esprimersi, un significante, un segno. Però a pensarci bene noi non dovremmo aver nessun motivo per sorridere! Mai. (Non mi dilungo sul punto, per pudore verso i giovani e gli ingenui.) Noi cioè concepiamo il segno 'sorriso', lo realizziamo, lo allestiamo e lo mostriamo, mentendo spudoratamente in tutta franchezza! Mentiamo a noi stessi e agli altri. A noi stessi forse per acquisire un'abitudine che ci restituisca un viso gradevole allo specchio, e ci doni una specie di coraggio interiore; e agli altri forse per un circolo virtuoso di emulazione in cui volti sorridenti s'incontrino più dei musi lunghi, e magari anche per pietà operosa. Quindi: ogni sorriso è un segno; e ogni sorriso è una menzogna. Infatti "segno è tutto ciò che può essere usato per mentire". ...Ora lo capisco! Ora l'apprezzo, da che so quanto poco abbia in verità da far sorridere la condizione umana! Infatti, cosa sarebbe la vita senza i sorrisi? Senza il sorriso? Grazie Eco! Ma soprattutto grazie a voi, per tutte le vostre bellissime bugie! ED È SEMPRE UN COLPO Niente. Mi scordo costantemente che il capo del governo di un paese da 60 milioni di abitanti, 300mila chilometri quadrati, 2 bilioni e mezzo di euro di pil, la più bella costituzione del mondo, la metà di tutte le opere arte del pianeta, qualche millennio di cultura alle spalle e una varietà di ecosistemi tutti meravigliosi, è Giuseppe Conte. Poi lo vedo e lo sento parlare in televisione. SAVE THE CHILDREN Ha avuto 556 tra madri e padri, e 75 le madri più madri e i padri più padri degli altri. Questo, nel palazzo. Ma prima, nelle strade e nei boschi, in montagna e nelle fabbriche, nei quartieri e nelle cellule, ebbe 300.000 fra madri e padri combattenti, e tra essi 50.000 morti perché un giorno venisse alla luce, quella figlia della libertà, della giustizia, del coraggio e della speranza. La Costituzione Italiana. E dopo, per qualche decennio, ha avuto milioni di altre madri e altri padri che adottandola già nata l'han fatta vivere, e con lei la Repubblica. Madri e padri lavoratori, madri e padri contadini, madri e padri operai, madri e padri impiegati, dirigenti, professionisti, sportivi, intellettuali, artisti, scienziati, medici, insegnanti, studenti, artigiani, commercianti, imprenditori, pensionati, sindacalisti, attivisti, giornalisti, politici, volontari, e anche non percettori di un reddito come chi lavora in casa, per la famiglia. E giudici, e perfino qualche prete, e qualche soldato. Con tutte queste madri e tutti questi padri del passato ha vissuto bene, perché chi ha mamma (e papà) non piange. Poi però le madri e i padri hanno cominciato a morire senza che altri ne prendessero il posto. In loro vece, uomini e donne che non si sentivano consaguinei con lei, né parenti né affini, né niente. Usciti e uscite da chissà che tristo crepuscolo. E la Costituzione, e la Repubblica con lei, gemella di poco maggiore, sono rimaste sempre più sole. Abbandonate agli incubi di questa notte della Storia. Ora sono quasi del tutto orfane. Le vedi girare con una coperta di fortuna addosso, proiettare ombre lunghe sui muri. Puoi scambiarle per due povere migranti sgomberate che si sostengono a vicenda, con quattro buste e un pentolino, che si riparano come possono, o due sorelline Rom che scappano da ruspe e fucili a piombini, mentre si chiedono dove sono papà e mamma, terrorizzate, e che ne sarà di noi. Che ne sarà di noi. In mezzo agli incubi. PIÙ ANCORA Più ancora che un partito - e sapete, credo, quanto e da quanto mi smazzo perché esso esista - ci serve un popolo. Giacché questo non lo è davvero. Quindi, ci servono le persone di cui un popolo è fatto. Giacché queste, persone, non lo sono davvero; sono un'altra cosa, sono diventate un'altra cosa, sono state fatte diventare un'altra cosa, è stato loro deliberatamente impedito di diventare persone. Io conosco tanta gente, e di tutta questa gente le persone saranno qualche decina; le altre, parafrasando Flaiano, fanno solo volume, peso, rumore. (Oh, beninteso: io stesso sto al bordo della definizione di persona, mica al centro, e neanche tutti i giorni!) Quindi: persone, popolo, partito. Ora non abbiamo nessuna di queste tre cose che servono. Quale viene prima? Logicamente, ontologicamente, strategicamente... Quale? Nessuna viene prima, in senso temporale: emergono tutte contestualmente a un medesimo processo, nel movimento reale che trasforma lo stato di cose presente. Infatti è stato lo stesso nel senso contrario, cioè nel fenomeno storico della distruzione di persone, popolo e partito; Thatcher disse "non esiste la società, esistono gli individui", e di fatto si smantellavano contestualmente e la società e le organizzazioni politiche e le stesse identità individuali, che si riducevano a punti-massa. Prima di lei, l'esperimento neoliberista della dittatura cilena; dopo, la reaganomics; tutto intorno, il riflusso in Occidente, la società dei consumi, il tradimento delle sinistre storiche, la mutazione antropologica... E siamo arrivati a oggi: the Age of Ego. Ci serve un partito, ci serve un popolo, ci servono le persone. Finché non ne avremo, le piazze saranno infestate di zombie, le nazioni perderanno l'anima, il governo sarà crimine. Persone, popolo, partito: PPP... ...e sarà un caso, ma pure questo fu profetizzato. Invano. EHI, DICO A VOI! (E FORSE ANCHE A NOI, A ME) Facciamo il caso che sia successa, o stia succedendo, o stia per succedere, una cosa brutta. Questa cosa capita forse a me? No. Capita a chi mi è caro? No. A chi conosco? No. Questa cosa che è successa, sta succedendo o per succedere, anche se non capita a me personalmente, né a chi mi è caro né a chi conosco, tuttavia rimanda a qualcosa che mi è capitato in passato? No. Che è capitato a chi mi è caro? No. A chi conosco? No. Ma almeno evoca qualcosa che potrebbe succedermi un giorno? Ritengo di no. Ai miei cari? Penso di no. A chi conosco? Credo di no. Bene, allora questa cosa brutta non esiste. Non devo preoccuparmene, tantomeno indignarmi, soffrire. Tantomeno agire in qualche modo per ridurre il disagio dei coinvolti ora, per lenire i già feriti, per difendere i prossimi bersagli. Non esiste. Ehi, dico a voi! (Ma forse anche a noi, a me per primo.) Questo è esattamente il mantra del tempo presente. La vòlgo anche al positivo, guardate. Facciamo il caso che sia successa, o stia succedendo, o stia per succedere, una cosa bella. Questa cosa capita forse a me, mi avvantaggia? No. Addirittura ne sono io l’autore, o il co-autore? No. Capita a chi mi è caro, lo avvantaggia? No. Qualcuno dei miei cari ne è autore? No. Capita a, avvantaggia chi conosco? No. Ne conosco l’autore? No. Questa cosa bella che è successa, sta succedendo o per succedere, che è stata fatta, che si sta facendo o che si farà, anche se non capita a me personalmente, e non la faccio io, né capita a chi mi è caro né a chi conosco, e nessuno se ne avvantaggia che mi sia prossimo, né me ne è caro né ne conosco l’autore, tuttavia rimanda a qualcosa che mi è capitato o che ho fatto io in passato? No. Che è capitato a, o che ha fatto, chi mi è caro? No. Capitato a, o fatto da, chi conosco? No. Ma almeno evoca qualcosa che potrebbe succedermi, magari di fare, un giorno? Non credo. Ai miei cari? Non penso. A chi conosco? Non ritengo. Bene, allora questa cosa bella non esiste. Non devo interessarmene, tantomeno cavarne una qualche speranza, tantomeno gioirne a cuore pieno. Tantomeno agire per condividerla, sostenerla, incrementarla in qualche modo. Perché non esiste. E’ questo, ripeto, il mantra del tempo presente. Vostro, e forse anche nostro, mio. Ed è di una tale angustia. LA DIFFERENZA TRA MODERNO E CONTEMPORANEO La differenza tra moderno e contemporaneo sta per esempio in questo. Moderno fu cominciare a far deragliare la democrazia in Italia con le bombe e le stragi, partendo da quella di piazza Fontana di quarantanove anni fa e arrivando a quelle di Firenze, Roma e ancora Milano dell'estate '93. Contemporaneo è stato (ed è) completare l' opera senza sparare più un petardo, ma mandando al governo per volontà di una maggioranza relativa, autolesionismo di una minoranza e indifferenza degli altri, la collana di figurine di mafiopoli, padania, postfascisti, burocrati, venduti, tecnocrati, furbetti, populisti incapaci e razzisti, che dal 1994 a tutto il 2018 hanno separato (ormai del tutto) la strada della Repubblica Italiana da quella del Diritto dei Popoli. Fatti i conti, comunque, in due modi diversi ma convergenti allo scopo, è mezzo secolo che la gente per bene in questo Paese è ostaggio della Storia. Il brutto è che siamo pochi, e il peggio è che ci si abitua. A tutto, del resto. IL SENSO DELLA VITA Tra 0 e 20 anni non capisci un cazzo e stai bene Tra 20 e 40 non capisci un cazzo e stai benissimo Tra 40 e 60 stai e non capisci un cazzo Tra 60 e 80 stai male e non capisci un cazzo Tra 80 e 100 non capisci un cazzo e stai malissimo, però dura poco Più che il senso, è la direzione. A cazzo. SPARATE E così esce fuori che dietro ogni razzista potrebbe esserci una persona che di suo non è pessima o idiota o totalmente ignorante, ma solo qualcuno che è stato impaurito ad arte o che le vicende della vita hanno reso fragile o che lo stress o che la televisione o che un furto al palazzo del cognato o che una brutta esperienza a un semaforo o che cazzo ne so ma il sistema ci rende tutti più stupidi e cattivi. Bene. Se è così allora il sistema, che davvero è grosso e potente, può traviare chiunque; perché chiunque è stressato, chiunque ha un cognato, chiunque si ferma al semaforo, chiunque ha la televisione, chiunque un dolore può renderlo fragile, chiunque può convincersi di avere paura. E diventare razzista. Pure io. In tal caso sparatemi a vista. Poi ripulite l'arma, buttatela, allontanatevi rapidamente ma senza dare nell'occhio e trovatevi un alibi. VOI VI CHIAMATE UOMINI Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che annaspa nel mare che non conosce pace che lotta per acqua da bere che muore per un si o per un no all'attracco Considerate se questa è una donna, senza speranza e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il figlio in braccio come una rana d'inverno. Meditate che questo è, adesso, a un'ora da voi: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. FAST RADIO BURST Un segnale di sei impulsi brevissimi, pochi millesimi di secondo ciascuno. Ripetuto più volte nell'arco del rilevamento. Arriva da una galassia ad anni luce da qui. L'ha raccolto il più recente e perfetto orecchio elettronico, progettato e realizzato proprio per i fast radio burst. Gli scienziati sono riusciti ad amplificare il segnale e a rallentarlo al punto di renderlo intelligibile. Eccezionale! Sono sei parole di senso compiuto, dedicate evidentemente all'Umanità intera da un'altra cultura presente nell'Universo. "Testacce. Di. Cazzo. Sì. Proprio. Voi." LA STRADA SPIANATA AL MALE Avrebbe dovuto chiamarsi Schicklgruber, avrebbe dovuto avere due fratelli e sei sorelle, sarebbe dovuto diventare un funzionario amministrativo. Invece, tredici anni prima della sua nascita, il padre cambiò il suo cognome in Hitler, le malattie gli portarono via tutti i fratelli e quasi tutte le sorelle e lui, il giovane Adolf, decise di diventare il più grande artista del suo tempo. Amava disegnare e ascoltare le opere di Wagner, soprattutto amava fantasticare di storie di guerra fra indiani d’America e soldati dalla giacca blu. Eppure non fece mai nulla di concreto per diventare un vero artista, non si avvicinò mai agli artisti del suo tempo, fu respinto più volte dall’Accademia di Belle arti di Vienna. Era solo un giovane magro e allampanato, un giovane che aveva fatto di tutto per disobbedire al padre. Un anonimo ragazzo di provincia che non voleva scendere dalle nuvole, un collezionista di sconfitte. Tranne che per una sola vittoria, che però fu la sconfitta dell'Umanità stessa. All’epoca dell’ascesa del Führer, la Germania era una nazione socialmente e civilmente evoluta. Eppure, quella stessa Germania si consegnò anima e corpo alla guida di uno psicopatico. Lo storico inglese Kershaw ("Hitler", Bompiani) parte da questo presupposto: non c’è nulla da spiegare nella figura e nella personalità di Adolf Hitler. Egli era esattamente ciò che sembra oggi: una personalità malata, incapace di coltivare affetti per le altre persone (escluso, forse, la madre). Non aveva una vita privata, non coltivava segrete passioni, non c’era nulla che lo appassionasse al di là del ruolo di eroe nazionale. Hitler era il Führer. Il vero problema, ciò su cui dovremmo realmente riflettere è un altro. Come ha potuto convincere un’intera nazione, una delle più importanti nazioni d’Europa, a seguirlo? La Germania ha continuato a identificarsi con il suo dittatore fino alla fine, fino al suicidio finale, fino all’invasione dell’Armata Rossa e a quanto ne è conseguito. La nazione ha smesso di seguire Hitler solo dopo la notizia della sua morte. Solo allora l’esercito tedesco ha accettato la resa incondizionata. La vita di Adolf Hitler, allora, diventa la storia del più grande inganno di tutti i tempi: per quanto una nazione possa essere evoluta, basta molto poco a farla cadere nella barbarie. Ogni riferimento a persone e circostanze oggi presenti in questo Paese (e non solo, purtroppo) NON è causale. RAGIONAMENTO BREVE E SERIO SUL PD Premessa 1: mai votato PD da quando esiste (2008), né al Parlamento né in Europa né in Regione, Comune, Municipio o Provincia (finché c'era). Premessa 2: votato talvolta, e non oltre il 2012, il partito più a sinistra possibile della coalizione guidata di fatto (se non di diritto) dal PD ai vari livelli elettorali. Premessa 3: partecipato a credo tutte le manifestazioni antiberlusconiane a Roma, quindi fino a novembre 2011, anche a quelle nettamente o velatamente griffate PD. Solo che poi c'è stato il governo Monti, con l'appoggio bipartisan dato a cose come la legge Fornero e, molto peggio, alla modifica costituzionale per il pareggio di bilancio (e senza consentire il referendum confermativo). Solo che poi c'è stata la stagione delle Larghe Intese, e i berluscones non erano più i nemici del PD ma loro alleati. Solo che poi c'è stato Renzi; e l'Italicum, e il JobsAct, e la riforma Madia, e i decreti Minniti-Orlando. E tralascio per brevità le zozzerie finanziarie e le inciucierie politichesi che sotto l'egida del PD renziboschiano (ma non solo, si pensi solo a De Luca in Campania), o almeno col suo importante coinvolgimento, sono state commesse a livello locale o nazionale nell'ultimo decennio e specie intorno al 2014/15. Ma troppe ancora ne verranno a galla! Per tutto quanto detto, io non posso più compiere un atto di fiducia nel PD attuale. Che che non ha ancora denunciato i suoi dirigenti corrotti, che non ha fatto ancora i conti col renzismo, che non ha ancora fatto alcun passo abrogativo dei Minniti, dei JobsAct, delle Madia, delle Fornero e dei Pareggi di Bilancio, che non ha fatto ancora pubblica ammenda sull'Italicum fortunatamente stoppato a suo tempo dall'espressione popolare. Che non ha ancora mostrato di capire davvero le sue enormi responsabilità storiche, nella tattica politichese e nelle misure politiche adottate, per aver coltivato in questo Paese le uova di drago che ormai si sono aperte, e i mostri grillini e quelli leghisti vi sgovernano col consenso di masse abbrutite e nell'impotenza di altrettante depresse. Non posso. Mai più. Nemmeno per i motivi nobili di frontismo antifascista e antirazzista che pure muovono degnissimi compagni oggi, come mossero me stesso ad appoggiare (prima l'Ulivo prodiano, fino al 2006, e poi le) coalizioni a guida Bersani contro Berlusconi. (E se Bersani stesso, peraltro, ha rinunciato a riformare il PD da dentro un motivo ci sarà.) Non posso nemmeno per il bell'europeismo sbattuto in faccia ai nazionalsovranismi anche di certa sinistra, neppure per le belle personalità di un Tocci o di un Caudo... Anzi temo che la stessa presenza così ingombrante del PD in tutti quegli atti sacrosanti di resistenza e opposizione al Terrore di governo, tolga loro agli occhi del grande pubblico parte della credibilità e della forza che servirebbero ora come non mai! Il PD, per progetto e volontà del suo creatore Veltroni, incarnava una vocazione maggioritaria per stabilizzare l'Italia moderatamente progressista all'interno di un quadro globale economico e geopolitico, quello dei primi Anni 2000, che non esiste più. La crisi mondiale del 2008 non è mai finita, e ha prodotto e sta producendo cambiamenti epocali che vanno dalla trasformazione della produzione (cosa e dove e come), alla radicalizzazione (a destra) del senso comune, da Trump a Brexit a Erdogan a Orban a Duterte a Bolsonaro, all'inascoltato allarme sul climate change e sulla Sesta Estinzione di Massa in corso... E il povero piccolo PD in questo povero piccolo Paese ha perso per sempre la sua vocazione maggioritaria semplicemente perché è uno strumento cognitivo di un secolo fa. Oltre che per essersi rivelato un carrozzone di guappi affaristi o mezze tacche incapaci! Perciò non è questione se gli elettori del PD sono antichi comunisti o antichi democristiani o altro ancora. Mi spiego? Non è più neanche il caso di turarsi il naso perché non ci sarebbe niente di meglio contro Salvini, Di Maio e cricca e teppa varia. Piuttosto le mani ci servono libere tutte e due, e nemmeno basteranno, per il contrattacco necessario, popolare, radicale, conseguente, vergine più possibile, all'andazzo che il Potere ha innescato e che non manterrà nulla in piedi, se gli servirà abbatterlo, per quanto sacro ai nostri occhi: la Democrazia, la Pace, la Vita. Capite cosa è in gioco? E il PD, da tutto questo, è fuori. Intrinsecamente, oggettivamente, inevitabilmente. Distrae, toglie risorse. Basta. Questo sarà anche il discrimine, per quanto mi riguarda, delle proposte politiche plurali, necessariamente, che la fase richiede a tutti i livelli: ubi PD ibi non ego. Sempre pronto a rimangiarmi tutto, certo, nel caso in cui a valle del suo tormentato congresso il PD diventasse tutta un'altra cosa; però dovrebbe trasformarsi tanto da cambiare il suo stesso brand PD in DP: democrazia proletaria!) Ma sono troppo vecchio per credere alle favole. VOI RIDETE E SCHERZATE ma io vivo nel Paese in cui governano Salvini, Di Maio, Conte, Giorgetti, Bonafede, Bongiorno e Toninelli, dopo Gentiloni, Renzi, Letta, Monti e Berlusconi più Tremonti, Calderoli, Brunetta, Fornero, Alfano, Boschi e Minniti; abito nella città che ha avuto Veltroni, Alemanno e Marino come sindaci, più Tronca commissario, e adesso Virginia Raggi; e tifo la squadra di Pallotta e Di Francesco, e prima di Di Benedetto e prima Rosella Sensi, e Spalletti, Garcia, Enrique, Ranieri e sempre Spalletti: quella dei 7a1, sì, 6a1 quando va meglio. Me mancano solo le emorroidi. ps: Ma la cosa peggiore è che qui noi ridiamo e scherziamo, appunto, e ci lamentiamo, eppure non si è ancora davvero ribellato nessuno, né un romanista, né un romano, né un italiano. A CHE SERVE LA DIVISA A far passare la voglia di andare a denunciare la camorra, la 'ndrangheta, la mafia. Capito? Non è un tic, non è uno scherzo. Ci ridiamo sopra solo noi, benché amaramente, perché per ridere anche amaramente ci vogliono cervello e cuore. Merci rese rare. Ma quelli invece non scherzano mai. Neanche quando usano un pagliaccio per abbindolare milioni di senza-cervello-né-cuore e condizionare noi pochi altri rimasti. Anzi, meno che mai in questi casi. Che segnano un'epoca. Ricordare i precedenti. IL FASCINO (O MIMETISMO?) DELLA DIVISA Riguardate quelle vecchie foto e usate un po' la fantasia. Cosa sarebbe Goering senza la giacca decorata della Wehrmacht? Un obeso bisunto ubriacone da bettola. E Himmler senza quella terrificante delle SS? Una mezza tacca con l'intelligenza ancor più corta della vista. E Goebbels senza il soprabito nero in pelle lustra? Un ex-galeotto sbandato, malmesso, tubercolotico. E Hitler senza la camicia bruna e le insegne imperiali? Un garzone abbrutito cui non affideresti più neppure la consegna di due uova. E Mussolini senza stivaloni, zuava, giacca e cappello con visiera? Uno che batte i mercati della Bassa e tenta di piazzar lenzuola ammiccando alle servette, ce l'ha scritto in faccia! E Ciano senza le mostrine, i foulard e la brillantina? Un pappone, vitellone di periferia. E ora guardate le fotografie dell'oggi, proprio quelle lì ci siamo capiti. Poi fatevi una domanda, e datevi la risposta. DÌVIDE ET ÌMPERA Forse non tutti sanno che questa tecnica di impossessamento e dominio, la cui formulazione originale è incerta, dovuta forse ai Borbone di Francia o agli Asburgo o più probabilmente alla Roma dei Cesari o addirittura ad Alessandro Magno, ha etimologicanente una radice metapolitica, spirituale, ultraterrena (per chi crede che un'ultraterrenità esista). Infatti, pensate, la parola "diavolo" deriva dal verbo greco διαβάλλειν che significa "scagliare (-βάλλειν) attraverso (δια-)", cioè separare, porre barriera, causare frattura; oppure, in senso metaforico, "calunniare". Quindi: "diavolo" è colui o ciò che crea intenzionalmente separazione e inimicizia tra uomo e uomo (e tra uomo e Dio, sempre per chi crede); colui o ciò che crea, perlopiù attraverso l'inganno, una frattura nell'anima del singolo individuo. Ma sempre e in ogni caso, con l'effetto ultimo di mettere la vittima di questa scissione artificiosa e indotta in posizione di subalternità, sottomissione, prigionia, schiavitù: morale, culturale, fisica, politica, storica. Dìvide et ìmpera, appunto. Epigoni di questo andazzo millenario, capite bene, sono i potenti tromboni del "noi contro loro", che in salsa nostrana viene declinato con "prima gli italiani". Essi, diabolicamente in senso letterale, lasciano intendere per esempio che l'accoglienza e l'integrazione degli stranieri nel nostro Paese sarebbero in antitesi con gli interessi di chi qui ci è nato, e imperano solo grazie a tale menzogna divisiva nonostante la loro conclamata incapacità di governo. Quando ovviamente è vero il contrario: accoglienza e integrazione possono ben essere ricchezza anche dei nativi, oltre che sacrosanta azione in punto d'etica umana! MA DEVO DIRLO PROPRIO IO? Le chiese in Italia sono vuote. In Italia Bergoglio ha più nemici che seguaci. La patina di cristianesimo che in Italia assumeva forme di bigotteria pagana, col culto di santi e reliquie, è ormai caduta anche quella lasciando il posto al nichilismo incattivito di chi si affida più al gioco d'azzardo che agli ex-voto, e molto più all'arrampicata economica sulle spalle della zona grigia tra legale e illegale che non all'ascensore sociale con una raccomandazione del vescovo a ogni piano. Quindi per me, ateo e mangiapreti da una vita, questo è comunque un progresso di laicità? Dipende. Il nazismo attecchì nella misura in cui smantellava il timor di dio nei cattolici bavaresi e nei protestanti del resto di Germania. Ed è stato il consumismo più disanimato a creare i vuoti spirituali dello scetticismo contemporaneo per insediarvisi, mica l'Illuminismo (rileggere PPP). Anche perché tutto, intorno, qui da noi, oggi, ci dice che al culto psicotico in una divinità personale e provvidente si sostituisce non l'altare della ragione e della comunanza, come spera ogni ateo, bensì quello dell'arrivismo materiale e dell'utilitarismo morale; nevrosi severe altrettanto. Perciò, ecco la chiosa: se conoscete un buon cristiano, adesso in Italia, che vive conseguentemente il proprio credo, allora mettete da parte per un po' il vostro (e mio) sacrosanto sbigottimento per le panzane ultraterrene in cui confida, e invece tenetevi stretto il cristiano. Sarà sì un matto, ma almeno non è un pazzo criminale come ormai la maggior parte dei vostri (e miei) compaesani; e ci si dovrà fare strada insieme, e perfino lotta spalla a spalla, su questa terra qui! (Poi, certo, se prova a impartivi il catechismo, pisciatelo garbatamente come sempre.) AUT AUT Internazionalismo (proletario), cosmopolitismo (intellettuale) e umanesimo (socialista) sono, come forse qualcuno di voi già saprà (e come io sono propenso a credere), i tre pilastri dell'emancipazione sostanziale delle persone, delle classi, dei popoli, di tutti e tutte (e, a tendere, di ogni senziente). Tuttavia, in determinati stati di cose, per avviare almeno il cammino di autodeterminazione intanto di un popolo e delle classi lavoratrici al suo interno, si può far leva sul nazionalismo nel senso dell'"orgoglio nazionale", atavica mania buona all'occorrenza se intelligentemente nutrita e guidata. In Italia fu fattore di emancipazione (a voler tagliare la Storia con l'accetta) diciamo dal 1820 al 1880, cioè dall'alba del Risorgimento all'Unità e un po' oltre (Destra Storica); e poi anche dal 1940 al 2000, cioè dalla prima Resistenza alla Liberazione, alla Repubblica Costituzionale, alla ricostruzione, alla stagione delle Grandi Conquiste, al welfare maturo, all'arrivo dell'Italia tra i Grandi economici. Solo che c'è anche un altro nazionalismo pronto all'uso, storicamente, quello che fa leva invece sul "vittimismo nazionale", ossessione speculare a quell'altra e dall'effetto opposto: deprime i diritti del popolo e acuisce lo sfruttamento delle sue classi lavoratrici. In Italia: dal 1880 al 1940, cioè dalle guerre coloniali all'interventismo, alla Grande Guerra, al fascismo, alla Seconda Mondiale; e dal 2000 in avanti, col senso di accerchiamento indotto in Occidente dall'11 Settembre, prima, e poi con la xenofobia sempre più dichiarata (alibi distrattivo rispetto alla Grande Crisi). Ora, se la Storia dell'Italia post-Rivoluzione Industriale è un pendolo di periodo = 60 anni, noi siamo appena al primo terzo della seconda oscillazione cattiva, quella dello sciovinismo deteriore. Il peggio deve ancora venire. E durerà altri quarant'anni! Ma poi tornerà il sereno. Sereno, badate, sempre in ottica nazionalista, benché progressiva. E allora i miei pilastri? Internazionalismo, cosmopolitismo e umanesimo, quand'è che tocca a loro la ribalta della Storia per la liberazione delle persone e delle masse (e dei viventi)? Be', sembra stiate dimenticando la mia anagrafica: io sono ateo, comunista, vegetariano e romanista! Ritenere quindi che ciò in cui crede uno come me abbia o avrà vigenza efficace nel Reale, è un po' come credere a Babbo Natale. LEGHISTI SU MARTE Scusate cari volenterosi che con tutte le ragioni del mondo perculate gli italiani da Roma in giù che hanno votato Lega, e Lega dicono rispondendo ai sondaggi inesauribili. Voi avete ragione da vendere a percularli perché, scordarelli clamorosi, hanno votato e sostengono un partito oggi razzista contro gli stranieri quando solo ieri era razzista proprio contro loro stessi. E magari pensate che sia questo, la loro incredibile amnesia e la loro propensione al rancore, a spingerli a tale immensa sciocchezza. Però non è così. Il fatto è che il sud (e il sud trapiantato al nord, uguale) vota e sostiene Lega nella misura in cui la criminalità organizzata controlla territori e bacini elettorali. Il razzismo non c'entra molto, anche se è comunque un abominio. C'entrano tanto gli affari, invece, sporchi come sempre. La Lega domani potrebbe pure dire che c'è vita su Marte e chiedere i voti per questo, e se le mafie troveranno come ora conveniente appoggiarla a livello nazionale o locale, gli elettori dei territori e le comparse degli affari che esse controllano voteranno Lega dicendo che credono ai marziani! Ma mica sarà per davvero. MAFIOCRAZIA FOR DUMMIES E L'ANTIDOTO DEL LAVORO 1. Soldi pubblici = imposte obbligatorie (irpef, iva...) + prestiti volontari (bot, btp...) 2. Soldi pubblici locali = imposte obbligatorie locali + trasferimenti di soldi pubblici 3. Soldi privati = tutti gli altri soldi (quanti sono? tantissimi!) 4. Politica = risposta alla domanda "come li spendiamo i soldi pubblici?" (ma quanti sono? meno dei soldi privati. però hanno la caratteristica di essere molto più radunabili: con una sola ordinanza ne spendi migliaia, con una sola delibera o legge locale, milioni, con una sola legge nazionale, miliardi.) 5. Economia = risposta alla domanda "come li spendiamo, ognuno da sé quelli propri, i soldi privati?" 6. Lavoro = macchina per fare soldi legalmente 7. Mafie = macchina per fare soldi illegalmente 8. Legale = ciò che i rapporti di forza tra le classi determinano sia il confine tra lavoro e mafie (questa non è for dummies, richiederà una spiegazione un'altra volta.) 9. Come fare (i soldi illegalmente) = rubare i soldi privati + rubare i soldi pubblici (cioè far sì che i soldi pubblici siano spesi nelle tue - delle mafie - tasche) + far sì che i soldi privati siano spesi nelle tue (delle mafie) tasche 10a. Come rubare i soldi privati = furti + rapine + rapimenti + estorsioni... 10b. Come rubare i soldi pubblici (cioè far sì che i soldi pubblici siano spesi nelle tue - delle mafie - tasche) = dettare le ordinanze, le delibere, le leggi (cioè entrare in Politica, v. p4) 10c. Come far sì che i soldi privati siano spesi nelle tue (delle mafie) tasche = spaccio + prostituzione + gioco d'azzardo... + commercio&impresa&finanza di riciclo (cioè entrare in Economia, v. p5) Ora guardatevi intorno, osservate, connettete, riflettete, e poi rispondete a tre domande: "Esiste al mondo un Paese più mafiocratico dell'Italia?" "C'è stato mai un periodo della storia italiana più mafiocratico del presente?" "Se no e no, ciò sarebbe possibile senza la seguente filiera di accadimenti di potere e di massa: Andreotti, CIA e strategia della tensione + riflusso e Anni '80 + Gelli e sistema maggioritario + bombe ai giudici e nelle città + Berlusconi e Lega + privatizzazione e precarizzazione + scomparsa della sinistra + tecnocrati e decostituzionalizzazione + populismo grillino + nazionalismo ed eversione di governo + razzismo e neofascismo?" Se no anche alla terza, tutto questo non spiega un po' di cose di un mezzo secolo altrimenti assurdo? Ma la contromossa di lungo periodo (quella di breve è la benemerita azione investigativa e quella eroica dei privati cittadini) sta tutta e soltanto al punto 6: LAVORO (e specificamente: che sia questa la risposta alla domanda essenziale della politica, v. p4; ossia l'antimafia deve farsi politica e spendere i soldi pubblici per dare lavoro, cioè per far fare soldi legalmente. tutto qua!) QUASI DIECI ANNI, CHE SEMBRANO IL DOPPIO Era l'inizio del 2009. C'era il corpo di Eluana Englaro che non aveva già più l'anima dentro da diciassette anni, e c'erano il padre e la madre di quel corpo e di quell'anima che volevano, per amore di Eluana, di se stessi e di un'idea dell'Uomo, consentire anche al corpo di morire giacché l'anima era già così tanto morta. Era una cosa tra loro, avrebbe dovuto esserlo. Già tanto straziante che io non riuscivo e non riesco tuttora a capacitarmene. E invece diventò rivista, sit-com, spot personale e di partito, chiacchiera da bar e da social (che erano nati da poco), perla buttata ai porci, e porci-umani tanto colpevoli quanto quelli veri sono innocenti. Io mi facevo il fiele al fegato. Un giorno freddo andai da solo davanti al Quirinale, con un cartello scritto a mano: "bravo Presidente, non firmare", firmare un decreto di Sacconi Ministro del Lavoro contro le interruzioni di accanimenti terapeutici. Le guardie mi dissero "non si manifesta davanti alle finestre di Napolitano"; io chiesi "laggiù è ancora davanti?", "sì", "e là?", "sì", "e laggiù?", "laggiù puoi stare, col tuo cartello". Quasi dieci anni che sembrano una vita fa. Eluana poi è morta del tutto, per fortuna. Beppino l'ha liberata. Ma questo Paese è una merda peggio di allora, anche a causa di chi (tutta la destra) salì sul palcoscenico in quei giorni, diseducando intenzionalmente il senso comune su un argomento su cui non aveva la minima cognizione di causa né la minima decenza a intervenire. Io, quasi dieci anni di cartelli e il resto, in merito a una quantità di idee dell'Uomo, sono servito a zero. Ma la verità si onora anche perdendo. Che poi nel conto grande non si perde niente! IL PROPRIO POSTO DI VOGA Forse ha ragione Tomaso Montanari, e ce l'ha da un anno anche se non hai mai fatto una conferenza stampa né dato un’intervista per dirlo: semplicemente campa e lavora. Ed esemplifica: che ognuno torni a ciò che sa fare meglio; e da lì, dalla trincea più funzionale, combatta la battaglia di civiltà, di libertà, di cultura, di uguaglianza, di democrazia, di umanità, che ci spetta combattere nel tragico stato di cose presente. Non siamo tutti politici. Eppure tutto è politica. Ma non mi aspetto da un politico la migliore performance nel far palpitare una stagione pittorica nel cuore degli iniziati, o nel far vivere i princìpi costituzionali nel cuore di bambini e adolescenti, o nel far breccia con un dubbio benché esile nelle stolide sicumere di chi sbocconcella a guardia bassa le parole dei social. Però tutto questo, e tanto altro semplice essere persone e ruoli nel quotidiano, pure serve, se fatto per piacere, dignità, studio e vocazione. Così sospendo il giudizio sulla politica in senso proprio, fatta da chi ha questa vocazione invece. Se non lo sospendessi, per quello che ho visto e vedo anche dalla parte amica, cadrei nel pozzo dell'indifferentismo del mio stesso nemico sociale che nutre il potere aguzzino! Ognuno torni a ciò che sa fare meglio; a Tomaso stasera voglio guardare. Tutto è politica, e politica sarà la vittoria contro la barbarie montante. Ma politici non siamo tutti. Animo, oltre le rapide, contro la corrente mortifera, ogni scalmo è essenziale, ogni colpo conta! SOCIAL-LOGIA SPICCIOLA Se ti duoli qui che qualcuno o qualcosa ti ha fatto o sta facendo del male, susciterai una quantità e varietà di sostegni (virtuali) o almeno manifestazioni d'interesse (virtuale) tra le cinque alle dieci volte superiore all'interesse e alla condivisione (virtuali) dei casi in cui ti rallegri, sempre qui, del fatto che qualcuno o qualcosa ti ha fatto o sta facendo del bene (le foto dei gattini non fanno testo). Ipotesi: il fenomeno aberrante e politicamente sensibile degli haters compulsivi e quello per fortuna molto meno preoccupante dei coreuti piangenti, forse stanno in due punti sì distanti ma di una medesima curva di gamma psico-comportamentale. Sono invece l'ammissione di una gioia, di una gratitudine, e la felicitazione altrui relativa, le vere singolarità fuori curva di questi nostri tempi (virtuali). Esperimento nell'interfaccia reale: provate a dire in autobus "che cielo stupendo oggi", e farete il vuoto intorno come spetta a un picchiatello; lamentatevi invece lividamente che "il tempo fa schifo", e troverete subito compagni di conversazione. Ora, sarà anche un topos universale che "tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo", e quindi è stuzzicante mettersi a parlare piuttosto della sfiga che non della soddisfazione. Però dubito che la mia contemporaneità abbia di questi riflessi pavloviani (accreditando share da favola alle ridondanti pornografie del dolore) a causa dell'assidua frequentazione di Tolstoj. Anche perché nella vita reale, al contrario, chi se la passa male viene concretamente lasciato in beata solitudine a tentar di cavarsela da sé; e chi invece prova ad aiutare è tacciato di buonismo. No, dev'essere per qualche altro motivo. GUARDANDO BAMBINI E ANIMALETTI I cuccioli animali e i cuccioli umani sono senzienti in purezza: la meglio umanità e la meglio animalità, indistintamente. Poi i cuccioli animali crescono, ma non perdono nulla di quella dote. Invece i cuccioli umani diventano... noi. I più infami, leghisti. I più scemi, grillini. I più inutili, del PD. E i compagni – siamo rimasti cuccioli, contro natura. CAUSA EFFETTO Se la sinistra di questo Paese devastato culturalmente, depredato economicamente, paralizzato giuridicamente ed essiccato moralmente, non riesce a darsi un proprio status politico e quindi a creare un soggetto, una forza, un programma, una leadership, e dunque a concorrere agli appuntamenti della democrazia rappresentativa, a partire dalle elezioni europee di maggio prossimo venturo, le ragioni solo apparenti sono la differenza di posizioni nel suo seno tra chi vuole il lavoro di cittadinanza e chi il reddito di cittadinanza (motivo almeno valido di contrapposizione), tra chi vuole la trasformazione dell'Unione Europea e chi l'uscita dell'Italia dalla stessa (motivo velleitario), o tra chi sospende il giudizio sui fatti venezuelani per oggettiva carenza di dati certi e chi adotta un tifo da curva ultrà per Maduro senza se e senza ma (coazione a ripetere l'estremismo, '...malattia infantile del comunismo' - Lenin, 1920 -, e la distrazione di massa). No. La ragione vera è che la sinistra in questo Paese è del pari devastata, depredata, paralizzata ed essiccata politicamente, e umanamente devastate, depredate, paralizzate ed essiccate sono le menti e le anime degli uomini e delle donne che compongono i quadri decisionali e operativi della sinistra in Italia. Poiché "l'uomo è ciò che mangia" (Feuerbach, 1862, 'Il mistero del sacrificio'). E in questo Paese si mangia merda da troppo tempo per sperare che essa non sia finita in misura maggiore o minore, totalizzante o comunque decisiva, nei cervelli e nei cuori di tutti e tutte. IO NON VOGLIO IL REDDITO Perché voglio illavoroillavoroillavoroillavoroillavoroillavoroillavoroillavoro! E NON VOGLIO LE PATRIE NAZIONALI Perché voglio l'Europal'Europal'Europal'Europal'Europal'Europal'Europal'Europa! Come presupposto a un mondo dipacedipacedipacedipacedipacedipace! E NON VOGLIO CONFINI NÉ MURI NÉ RESPINGIMENTI Perché voglio movimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienzamovimentoeaccoglienza! E NON VOGLIO PIÙ CRESCITA A SCAPITO DELL'AMBIENTE Perché voglio sostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilità! E NON VOGLIO FAVORI Perché voglio dirittidirittidirittidirittidirittidirittidiritti! E NON VOGLIO MENO TASSE Ma voglio che le paghino tuttituttituttituttitutti! Per farci le cose che servonoservonoservonoservonoservonoservonoservono! E NON VOGLIO PIÙ MERCATO DEI PROPRIETARI Perché voglio più comunecomunecomunecomunecomunecomune! E NON VOGLIO PIÙ SICUREZZA, ARMATA POI Perché voglio più comprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensionecomprensione! E NON VOGLIO AVERE DI PIÙ Perché voglio di più sapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapiresapereecapire! E NON VOGLIO VIVERE UN GIORNO DI TROPPO Però ci voglio dentro piùamorepiùamorepiùamorepiùamorepiùamorepiùamorepiùamorepiùamore! E scusate se ho alzato la voce. Ma detto tutto questo, detto una volta per tutte. Accontentateci su questi dieci punti soli, e poi su tutto il resto fate pure quello che stracazzo vi pare! (DE)CONSOLATIONE Le mafie non sparano più, investono. E tra gli investimenti che fanno, diminuisce la quota di quelli integralmente illegali (droga, racket, prostituzione, gioco clandestino, gestione parallela rifiuti…) e aumenta quella degli investimenti semilegali o legali (filiere commerciali dal produttore al consumatore, appalti pubblici, borsa…). Hanno sparato prima, le mafie, e a lungo; sono state radicate e confinate territorialmente, a lungo e per costruirsi un esercito armato e rifugi di guerra; e hanno fatto affari del tutto illegali, a lungo. E tutto questo gli è servito per accumulare il capitale immenso che adesso possono immettere nell’economia e nella finanza, in ogni parte del Paese e fuori, impadronendosene senza (troppo) violare la legge. In pratica, la criminalità organizzata sta ripercorrendo la via che secoli fa diede alla borghesia il potere sull’intera società occidentale. Anche allora la forza primitiva degli individui o dei clan, che poi diventeranno le famiglie ricche e potenti di proprietari fondiari, imprenditori, mercanti e banchieri, era essenzialmente violenza, spregiudicatezza e ambizione, e veniva esercitata nel caotico periodo di transizione tra l’evo antico e quello moderno. Passato l’Anno 1000, in Occidente si instaurò un ordine nuovo: le sostanze messe insieme da singoli e gruppi a forza di predazioni e scannamenti, più di rado per accordi o fusioni, divennero il presupposto per la fuoriuscita dal Medioevo; la società borghese si insediava sul Mondo e, da tale posizione, prendeva a raccontarlo (e raccontarsi) secondo la propria ideologia. Marx descrive tutto questo nel Libro I del Capitale, la parte sull'accumulazione originaria. Forse stiamo ora assistendo a qualcosa del genere. Se non combattiamo adesso le mafie, con le armi del diritto (in quest’epoca da Tardo Impero) e della democrazia (o ciò che ne resta), probabilmente ai criminali riuscirà di rinverginare il proprio status al punto di dare inizio a una nuova forma sociale a loro immagine e somiglianza. Fascisti, populisti e sovranisti gli servono a questo. I posteri studierebbero la Storia della fase presente attraverso le lenti dell’ideologia emergente (che non riesco a immaginare, ma so per certo che mi farebbe orrore), e la possibilità di tornare alla legalità pre-mafiosa sarebbe pari a quella che aveva un Boezio di ripristinare il Senato Romano negli anni barbarici in cui visse. Resistiamo ora, contrattacchiamo adesso! COPIA ORIGINALE L'inarrestabile crollo dei grillini conferma il vecchio adagio: tra l'originale e la copia la gente sceglie l'originale. Ossia: i tanti italiani tendenzialmente di destra in modo addirittura pre-politico, piccolo-borghese, antropologico, cioè qualunquisti, superficiali, egoisti socialmente, ignoranti, orfani dal 2011 dell'allora dimissionato Berlusconi e francamente bollito, impresentabile, e dopo la breve infatuazione per una sua versione giovanile, ossia il Renzi del 40% alle Europee, si sono buttati per un po' sul fenomeno 5Stelle, che gli consentiva di essere qualunquisti, superficiali, egoisti socialmente e ignoranti, però mascherati da giacobini della democrazia diretta e rottamatori delle spese della politica; ma appena è tornato spendibile un brand schiettamente di destra, anzi con l'aggiunta dell'arroganza, del razzismo e della violenza, ingredienti che fermentavano da anni nei media e sui social, quegli stessi italiani hanno gettato la maschera e hanno abbracciato senza più remore il neofascismo leghista. Disse una volta Grillo: "ringraziateci, che senza di noi avreste già Alba Dorata al governo". Ora, a parte che la versione italiana di Alba Dorata al governo ce l'hanno portata proprio loro, ma il fatto è che non si può ringraziare il poliziotto buono soltanto perché non lascia (ancora) che quello cattivo ci pesti come l'uva. Ringraziereste Andreotti perché la mafia ha aspettato solo gli Anni '90 per l'opzione stragista? Eh no, caro Grillo: il Movimento, al contrario, ha proprio covato le uova neofasciste ormai belle che schiuse! Ma imputo anche due colpe storiche distinte al centrosinistra e alla sinistra. Al primo, PD in testa, quella enorme di aver veicolato pure qui, anziché combatterle da soggetto progressista quale si dichiara, le politiche reazionarie neoliberiste mondiali travestendole da sola modernità possibile; la povertà economica e l'impoverimento culturale derivanti hanno infatti creato le condizioni per la fascistizzazione prima mascherata e oggi nuda del senso comune in Italia. E la sinistra, anche quella degna di questo nome, non so se per eccesso di furberia, per diffidenze ataviche al proprio interno o per la sindrome di Stoccolma, non ha saputo e voluto, né sa e vuole, costruire un fronte tra la gente di buona volontà e retto pensiero, che comunque esiste, per darle modo di esercitare un'azione conseguente e costituzionale, di impostare una resistenza, progettare un contrattacco. Per la parte peggiore del Paese, dietro cui si vede in controluce la stretta di mano tra poteri forti e crimine organizzato, stando così le cose è davvero una passeggiata. SFINTEROPLASTICA Gli italiani ci pensano sempre dopo, dopo provano a rimediare. Dopo trent'anni di Crispi e Giolitti, dopo venti di Mussolini, dopo quaranta di Democrazia Cristiana, dopo Craxi, dopo vent'anni di Berlusconi, dopo Renzi, adesso dopo i grillini, e poi quando sarà dopo i mafiorazzisti. E va bene che la pelle è elastica, ma il vero miracolo italiano è che ancora si trovi sempre qualcosa da ricucire. FARINATA "Quanto mi scoccia avere sempre ragione", diceva quello. (Jeff Goldblum: Ian Malcom in Jurassic Park, esperto in Teoria del Caos - non a caso...) Ebbene me la ascrivo, almeno quanto alla pars destruens del mio essere osservatore delle cose politiche italiane! Tre prove? Eccole. Che i grillini o Cinquestelle che dir si voglia fossero tutti una manica di teste di cazzo, tutti, dal vertice aziendale (Casaleggio Sr, Casaleggio Jr e Sassoon), a quello mediatico (Grillo appunto), a quello politico (Di Maio, Di Battista, Fico, Taverna), a quello amministrativo locale (Raggi), alla fascia dei quadri intermedi e portatori d'acqua, alla base degli iscritti e votanti sulla piattaforma, alla base dei simpatizzanti e votanti alle elezioni, tutti indistintamente (tranne i subito-ravveduti da "provato una volta sola e mai più"), io l'ho detto e scritto ininterrottamente negli ultimi sette/otto anni almeno. Se fossi stato in più nutrita e qualificata compagnia a sinistra, forse non avremmo visto nascere e crescere questo bubbone che poi ha consegnato l'Italia al Potere più mostruoso della sua storia repubblicana. Che il razzismo o la xenofobia o l'autarchia culturale che dir si voglia, fosse la cifra propagandisticamente più importante del nuovo Potere di estrema destra a guida Lega di Salvini, e che quindi una trincea di presa popolare per una possibile resistenza, o magari contrattacco, fosse il richiamo ai valori antirazzisti, umanitari, cosmopoliti, che pure abitano ancora tanta brava gente in Italia, l'ho detto e scritto ininterrottamente negli ultimi quattro/cinque anni almeno. Se anche a sinistra, di classe o di ceto medio riflessivo, è uguale, non si fosse tacciata questa impostazione come eccesso di allarmismo, o addirittura sterile buonismo, forse avremmo fatto in tempo a impedire che la vulgata del dramma epocale in corso diventasse l'alibi dei peggiori istinti risuscitati e insieme il grande fumo che oscura il fuoco dei veri affari sporchi del Potere. Che il PD in quanto tale fosse inemendabile, e che il sedicente movimento interno rinnovativo dei cosiddetti Giovani Turchi, Fassina, Orlando, Orfini, Serracchiani, Civati, fosse poco più che un'arma di distrazione di massa e che avrebbe prodotto semmai un altro strappo verso destra della neoBalenaBianca, e infatti consegnò il partito (e per un po' il Paese) al rottamatore Renzi col seguito che sappiamo, ho detto e scritto ininterrottamente dalla prima Leopolda. Se a sinistra, vera, non si fosse perso tempo infinito a tentar di distinguere e separare tra loro i cattivi dai cattivelli dai buonini dai buoni (per trovarsi alla fine tra i piedi sempre e solo Fassina), forse una CosaRossa a sinistra del Centrosinistra, radicale e popolare, sarebbe già nata. Allora ci prendo sempre? Macché, magari! Solo per la pars destruens, ripeto. Perché purtroppo le aperture di credito politicamente costruttivo che ho fatto, e detto e scritto, negli stessi anni, provando pure a portarmi appresso chi potevo, si sono rivelate spessissimo un assegno scoperto, tornato indietro: dal Popolo Viola ad Alba, da daZero a Rivoluzione Civile, da Sinistra per Roma alla Via Maestra, dall'Altra Europa a Coalizione Sociale, dal Brancaccio a de Magistris. Faccio ammenda di questo, specie nei confronti di chi ha avuto fiducia nelle mie "intuizioni" e che poi ha dovuto subire la mia stessa delusione. Però ribadisco: quando vi dicevo che quelli là erano rispettivamente degli stronzi, dei mostri e dei banditi, e voi facevate spallucce, avevate torto voi e io avevo sempre ragione. Ecco la mia hybris, ma pure la mia punizione in contrappasso. "Io avea già il mio viso nel suo fitto; ed el s’ergea col petto e con la fronte com’avesse l’inferno a gran dispitto." |